Rappresentano le parti in cui è suddiviso il capitale di una Società per azioni. In sostanza si può dire che ogni azionista è comproprietario della Società che ha emesso le azioni, in misura proporzionale al numero delle azioni detenute. Come comproprietario l'azionista ha il diritto di partecipare alle scelte "politico-amministrative" della Società, esprimendo il proprio voto all'assemblea dei soci; ha il diritto a ricevere parte degli utili (dividendi) se la Società ne ha prodotti; ha diritto, in caso di liquidazione della Società, ad essere liquidato a sua volta.

Per quale motivo un soggetto dovrebbe investire in azioni di una S.p.A.? I motivi sono sostanzialmente due. Il primo è per poter determinare pesantemente la politica della Società e, eventualmente, per acquisirne il controllo. Ciò comporta ingenti investimenti e, in gergo, ci chiama "scalata". Il secondo motivo, il più frequente, è quello di un investitore che, credendo nelle capacità del management della società, acquista azioni sperando di ottenere buoni dividendi e di veder rivalutato il valore delle proprie azioni, in funzione dell'auspicato rivalutarsi del valore della Società.

In ogni società per azioni vi è l'azionista di riferimento (quello che detiene il numero magiore di azioni) quello, per intenderci, che siamo abituati a individuare come il "padrone". Per esempio la famiglia Agnelli in Fiat. Ogni azionista di riferimento ha timore di perdere il controllo dell'azienda che gestisce, per tale motivo preferisce che il restante capitale sociale sia polverizzato fra una miriade di piccoli risparmiatori, piuttosto che in mano a pochi grandi azionisti, che potrebbero accordarsi per "scalare" la società. E' ancora per questo motivo che si premiano, in termini economici, quegli azionisti che non hanno interesse al diritto di voto. Quest'ultima tipologia di azionisti è composta da coloro che detengono le azioni privilegiate o le azioni di risparmio. Titoli che riconoscono alcuni privilegi nella ripartizione degli utili o nella liquidazione in caso di alienazione della società, a fronte di pesanti limitazioni nell'esercizio del diritto di voto.